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LA MISERIA AL RISTORANTE


Basta fare l'incantatore di serpenti nella toilette del ristorante!

Mi trovavo a Roma per registrare la puntata di “Quinta colonna”, il programma di Rete 4 dove sono stato invitato di recente come ospite, e voglio raccontarti che cosa mi è successo.

Ero nella toilette di un ristorante a Trastevere quando ho avuto una folgorazione e ho deciso di scrivere questo articolo che tratta delle tante leggerezze commesse dai ristoratori italiani.

Qualcuno potrebbe pensare che si tratti di dettagli invisibili e insignificanti: in realtà, i clienti li avvertono chiaramente e anche a livello inconscio sono in grado di danneggiare l’esperienza che il cliente vive nel tuo ristorante.

Ho deciso quindi di scrivere un articolo e intitolarlo “La miseria al ristorante”.

Se lo leggerai attentamente, da oggi ci farai caso anche tu e ti renderai conto di come lo stesso schema si ripeta da ristorante a ristorante, indipendentemente dalla qualità del cibo servito o dalle stelle appuntate sulla porta d’ingresso.

Fai molta attenzione a ciò che leggerai, per evitare di incappare in una di queste scene “da incubo”!

 

Prima inefficienza: maleducazione all’ingresso

Hai varcato la soglia del ristorante da un paio di minuti e nessuno dello staff ti ha ancora salutato.

Sentirsi non considerati è il peggior modo per entrare in contatto con un posto in cui non si è mai stati prima. Negli Stati Uniti, persino i ristoranti da 30 coperti hanno un addetto al ricevimento: non vogliono fallire in quello che è considerato un momento magico.

Se non puoi permetterti di assumere una persona in più, cerca almeno di formare i tuoi collaboratori sull’importanza dell’accoglienza.

Seconda inefficienza: menù inappropriato

Ti sei seduto al tavolo e ti hanno dato un menu che sembra risalga all’Era Giurassica, tanto è sgangherato.

Ed è già un complimento definirlo menu: è un cartoncino ricoperto di plastica, con gli angoli consumati.

Il suo appeal è paragonabile a quello di un elenco telefonico del 1999.

Terza inefficienza: acustica in sala pessima

Nonostante ci sia poca gente, non ci si riesce a sentire nelle conversazioni.

Il riverbero è terrificante, mentre basterebbero pochi semplici accorgimenti per risolvere il problema.

Sarebbero sufficienti dei tendaggi oppure degli arredi posizionati strategicamente in sala.

È inutile stimolare il palato dei clienti, se poi li si deve torturare nelle orecchie.

Quarta inefficienza: cattivo odore in sala, proveniente dalla cucina

Si sente in tutto il ristorante e ti si è appiccicato addosso fino alle mutande: colpa dell’aspirazione scarsa o inesistente.

Avrai anche risparmiato sulla cena, ma dovrai pagare la tintoria per te e per tutta la famiglia.

A conti fatti, ti ritroverai ad aver speso per questa cena il doppio rispetto al conto presentato dal ristorante.

E, uscito da lì, sei dovuto correre a casa a farti una doccia: l’odore era davvero insopportabile!

Quinta inefficienza: arredo dozzinale

Ti guardi intorno in attesa che ti portino da mangiare e… che cosa vedi?

Alle pareti c’è il mitico specchio KRABB di IKEA! Sì, proprio lui, lo specchio a ondine da € 4,50.

E ci sono altri dettagli raccapriccianti: quei poster con le vedute di Parigi e New York che si vedono ovunque, l’orologio da parete da € 8…

Attenzione, non ce l’ho con IKEA o con altri marchi low cost della grande distribuzione: i dettagli d’arredo possono fare bella figura nelle nostre case, ma nei ristoranti sono terribilmente scontati.

Un buon gestore non dovrebbe mai cadere nella tentazione di scegliere qualcosa di dozzinale per il proprio locale: se teme di non avere abbastanza gusto, dovrebbe farsi aiutare da un buon architetto.

Sesta inefficienza: tecnologia avversa

Atterrito da quanto hai visto finora, ti rifugi in bagno con la scusa di lavarti le mani. Ma l’incubo non è finito!

Quando entri è buio pesto: pensi subito che ti abbiano rinchiuso in qualche segreta e ti rovisti subito nelle tasche alla ricerca del cellulare, per essere sicuro di poter chiamare qualcuno in caso di necessità.

Finalmente la fotocellula si accorge di te, la luce si accende. Per fortuna non sei entrato nella cantina!

Entri nel wc e c’è un’altra fotocellula: la luce è spenta, naturalmente!

Finisci per espletare il tuo bisogno fisiologico nel buio pesto, gesticolando come un incantatore di serpenti per riattivare la luce, con il rischio di bagnare dappertutto!

Nel buio riesci miracolosamente a guadagnare l’uscita dal wc e ti dirigi verso il lavandino per lavarti le mani.

La lampadina si riaccende. Neanche il tempo di gioire per il ritorno della luce che è di nuovo buio.

Non è un dannato bagno, è la pista da ballo del Cocoricò!

E non è ancora finita.

Non c’è più un goccio di sapone nel dispenser: ti toccherà lavare le mani solo con acqua gelida.

Ma anche il lavello è dotato di una dannata fotocellula!

Non è possibile, ti ripeti. E in un attimo ti ritrovi ancora a muovere le mani come un incantatore di serpenti per attivarla e far uscire finalmente un filo d’acqua a intermittenza.

Quale sadico architetto di serie B c’è dietro a questo meccanismo infernale delle fotocellule?

Riesci a lavare le mani alla meglio, ma l’unico asciugamani a disposizione è un tremendo phon a fiato tiepido: a questo punto devi solo decidere se invecchiare in bagno oppure usare la tua giacca appena comprata come asciugamano.

Torni al tavolo pensando che ne hai già avuto abbastanza. Non vedi l’ora di consumare la tua cena e fuggire via a gambe levate.

E se ti dicessi che l’elenco degli orrori che ti ho prospettato deriva da una sola ragione?

Pensaci un attimo: c’è un’unica motivazione dietro tutte queste imperdonabili leggerezze.

L’irresistibile desiderio di risparmiare sui dettagli.

Non è solo la qualità del cibo proposto a determinare il successo di un ristorante.

Puoi vantarti di avere in cucina lo chef da tre stelle Michelin, ma se piazzi la fotocellula nella toilette pensando di risparmiare pochi euro all’anno sulle bollette dell’elettricità, fai la figura del miserabile.

Non hai badato a spese per avere nel menu le tagliatelle con il tartufo più pregiato di Alba?

Se quello stesso menu non lo sostituisci quando è usurato o macchiato, hai reso vani tutti gli sforzi per venderti come il miglior ristorante sulla piazza.< /p>

Il cliente percepirà l’incuria e il disinteresse per la presentazione proprio a partire da questi aspetti.

È l’attenzione ai dettagli, quei dettagli invisibili ma chiaramente percepibili, che fa sentire il cliente coccolato e lo invoglia a tornare – e a consigliare il ristorante agli amici o su Tripadvisor.

È l’attenzione ai dettagli che trasforma un imprenditore della ristorazione da eterno secondo, costretto sempre all’inseguimento, in un imprenditore di successo, in grado di sbaragliare la concorrenza.

Ti svelo uno dei concetti fondamentali del marketing

“Come tu scegli, loro scelgono te”.

Sono le tue scelte a determinare le scelte dei tuoi clienti.

Non è la crisi, le chiacchiere sul potere d’acquisto del consumatore o sulla convenienza del buono sconto preso last minute su Internet: sei solo tu il responsabile delle decisioni dei tuoi clienti.

So che, un attimo dopo aver finito di leggere questo articolo, una buona metà dei ristoratori italiani correrà ai ripari e cercherà di rimediare a queste inefficienze.

Sei fra quelli che non si sono ancora convinti?

Allora dovresti ricordare che, se costringi i tuoi clienti a vivere una o più delle esperienze che ti ho descritto, stai perdendo molti più soldi di quanti credi di poter risparmiare con la tua misera fotocellula del piffero.

Mi sono spiegato?

Se non ti è ancora chiaro, guardati il mio video sul costo della non qualità => https://youtu.be/_jvwFzBrQWU , estratto da uno dei miei eventi live.

Scommetto che, dopo averlo guardato, ti unirai finalmente anche tu alla mia battaglia contro la miseria al ristorante e raccoglierai la mia sfida per fare realmente la differenza!

P.S. Il mio tour “ I segreti delle imprese di successo” è partito!

Tre ore di corso gratuito insieme a me, che ti permetteranno di apprendere:

∙ I fondamenti del marketing
∙ Come ottenere un team affiatato e motivato
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Le tappe sono: Parma, Rimini, Milano e Verona.

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